Un evento molto importate per lo sviluppo turistico delle nostre valli ladine è avvenuto tra il 1901 ed il 1909 con la costruzione della Grande Strada delle Dolomiti “Die Große Dolomiten Straße”, che percorrendo l’area dolomitica, collega Bolzano con Cortina d’Ampezzo, passando per il Passo Costalunga, per il Passo Pordoi e per il Passo Falzarego; da lì inziò lo sviluppo della nostra valle con la costruzione dei primi ostelli lungo i percorso.
Livinallongo (a quei tempi Buchenstein) era un possedimento della Casa d’Ausburgo detta anche Casa d’ Austria e tale rimase fino alla fine del primo conflitto mondiale. Il nome Livinallongo, che deriva dalla parola ladina livinal - gola, vallone franoso, che richiama probabilmente la stretta valle percorsa dal torrente Cordevole e fa riferimento anche al Col di Lana, che domina questo territorio e che è divenuto tristemente celebre per le pagine di sangue che qui furono scritte durante la Grande Guerra fino alla disfatta di Caporetto nel 1917. La parola ladina Fodòm, che identifica il territorio di Livinallongo, sembra invece alludere alla presenza di faggi, dalla stessa origine deriva anche il toponimo tedesco della località: Buchenstein, che unisce la parola germanica Buche (faggio) a Stein (pietra), forse in relazione alla presenza del Castello di Andraz. L’identità ladina e la storia legata alle vicende tirolesi sono ancora molto sentite dagli abitanti di Livinallongo, che nel centro di Pieve, a due passi dal monumento che ricorda l’eroina ladina Caterina Lanz - ospita il museo di Storia, Usi, Costumi e Tradizioni della Gente Ladina. Altro luogo della memoria è il Vecchio Mulino di Arabba dove segale e orzo erano macinati.
Il Col di Lana ha una posizione centrale rispetto agli importanti gruppi dolomitici come le Tofane, il Sella, la Marmolada e il Civetta. Dalla sua vetta, in quanto collocato tra le Dolomiti Occidentali e le Dolomiti Orientali, si gode di un orizzonte molto vasto e proprio per questo è stato terreno di aspri combattimenti fra le truppe italiane ed austriache nella Prima Guerra Mondiale causando 8.000 morti. Fu poi annesso all’Italia con l’esplosione della mina da parte dei genieri italiani nella notte del 17 aprile 1916 che fece crollare una parte della montagna consentendo agli italiani di conquistare la vetta; ancora oggi si vede l'enorme cratere lasciato dall'esplosione. A memoria di tale cruenta battaglia nel 1935, in onore dei caduti, venne costruita la Cappella del Col di Lana (recentemente restaurata) dove ogni anno, la prima domenica di agosto, gli alpini li ricordano con la celebrazione di una Santa Messa.
Durante il conflitto furono improvvisati cimiteri italiani a Pian di Salesei, Andraz e Castello, ed austroungarici a Col de la Roda, Valiate, Val Parola (due) e Passo Pordoi. Nel 1938 verrà costruito il Sacrario di Pian di Salesei che custodisce le spoglie di 4.700 caduti ignoti, 704 noti tra cui 19 austro-ungarici. Nel 1956 fu completato l' Ossario Germanico di Passo Pordoi che conserva i resti di 454 caduti della seconda guerra. Il monumento ai caduti sulla piazza 7 novembre 1918 a Pieve riporta i nomi di 135 caduti e dispersi fodomi della prima guerra. A cominciare dalla primavera del 1918 i profughi fodomi ritornano in valle e cominciano l’opera di ricostruzione del paese, abitando provvisoriamente nelle baracche che i militari avevano abbandonato e nelle poche case risparmiate dai bombardamenti. La ricostruzione venne aiutata dal governo italiano e dal consorzio trentino dei comuni cosiddetti conquistati o liberati. La ricostruzione avrà termine nel 1923-'24. Col trattato di San Germano (1923) il comune di Livinallongo viene aggregato alla provincia di Belluno. Nel 1933 con decreto autografo di Benito Mussolini verrà aggiunto al nome del comune la denominazione “del Col di Lana” che verrà confermato nel referendum popolare comunale indetto dalla Regione Veneto nel 1983.